Titti Marrone, napoletana, è dal 1980 una giornalista.
Per molti anni è stata la responsabile delle pagine culturali del Mattino di Napoli, per poi passare all’ufficio del redattore capo centrale. Ha collaborato a Cara Italia e al Fatto di Enzo Biagi. Oggi è editorialista e critica letteraria del Mattino di Napoli, dal 1996 è docente di Storia e Tecniche del giornalismo (attualmente all’università Suor Orsola Benincasa).
Ha scritto sul Sud (“Il movimento contadino nella storia d’Italia”, “Riforma agraria e questione meridionale”, ed. De Donato 1980), sul teatro (“Il mestiere di regista teatrale”, Marcon 1990), sul postcomunismo (“Controluce”, con Gustaw Herling, ed. Pironti 1993), su Napoli (“Il sindaco”, ed. Rizzoli 1996 e “Omaggio a Napoli”, Alinari 2011). Sulla Shoah ha scritto “Meglio non sapere” (ed. Laterza, decima edizione nel 2019). Da Mondadori nel 2013 è uscito il romanzo “Il tessitore di vite”, vincitore del premio Vittorini. Da Iacobelli ha pubblicato “La donna capovolta” (marzo 2019), segnalato al premio Strega. E’ tra i fondatori della libreria indipendente napoletana Iocisto, per cui ha curato la raccolta di racconti su Pino Daniele “Ho sete ancora”. Ha vinto il premio Positano di giornalismo civile, il premio “Di Stefano – Giornalismo per la libertà” e diversi altri premi letterari, tra cui il Minerva e l’Ischia. Con “La donna capovolta” ha vinto il premio Iguana-Annamaria Ortese.